Chi viene in vacanza a Grottammare, inevitabilmente conosce San Benedetto del Tronto, più grande e, proprio per questo, più rinomata, rispetto alla nostra Grottammare. In realtà, nell’immaginario di molte persone che frequentano la Riviera delle Palme, Grottammare rappresenta l’ospitalità di nicchia, per il suo borgo bellissimo e per il suo affascinante lungomare costellato di villette liberty, mentre San Benedetto del Tronto è l’emblema di una vita diurna e notturna più intensa, di locali gremiti, di bellissimi negozi e invitanti caffè.
Il Paese Alto di San Benedetto, circondato ormai da una città di poco più di 47.000 abitanti, sembra poca cosa rispetto ai borghi vicini, come Grottammare e Cupra Marittima. A dire il vero i due borghi appena citati hanno la fortuna di vedere conservata la propria struttura medioevale, cosa che a San Benedetto non è stata possibile a causa dei notevoli bombardamenti durante la seconda Guerra Mondiale. Una visita a San Benedetto Alta permette di scoprire che l’apparenza inganna e che le cose da vedere valgono veramente la pena di passarci un pomeriggio o una serata dopo il mare.
Impossibile non imbattersi nella Torre del Gualtieri che si staglia nel centro di piazza Sacconi, con un bellissimo affaccio verso mare.
La piazza è dedicata proprio all’architetto Giuseppe Sacconi che si dedicò al restauro della torre nei primi anni del Novecento.
La Torre, eretta fra il XII e XIII secolo era il mastio all’interno di un complesso fortificato di epoca precedente, di cui oggi purtroppo non è più visibile alcunché.
La Torre inviava ordini e segnalazioni sia verso l’interno alla rocca di Acquaviva Picena, sia verso nord al Castello di Grottammare fino ai confini di Cupra Marittima, tale da rendere più sicuro tutto il territorio circostante dall’aggressione da parte di popoli invasori provenienti da mare, come ad esempio da parte dei Saraceni.
Ecco alcuni aspetti interessanti riguardo la Torre:
l’ingresso principale non è quello sul piano strada che si utilizza oggi, ma è la porticina visibile ad una certa altezza sotto l’orologio; si accedeva alla torre con un sistema di scale in legno retraibile
fu iscritta nel registro dei monumenti d’Italia, come riportato su una lapide sulla parte sovrastante di merli ghibellini fu aggiunta ad inizio novecento dall’architetto Giuseppe Sacconi
la torre è internamente suddivisa in quattro livelli e vi sono anche dei cunicoli che permettevano una via di fuga o di accesso da vie sotterranee
il terzo livello è parzialmente occupato da un grande orologio in acciaio e ottone fresato a mano che, tramite una funziona tramite una serie di contrappesi evidenti nei vari livelli della torre
le campane, alla sommità della torre, sono due, la più grande, per battere le ore, è di fabbricazione romagnola e pesa più di due tonnellate, mentre la più piccola, per battere i quarti d’ora, fu fabbricata da artigiani di Montedinove, un piccolo paese poco distante, e presenta, fra le altre rappresentazioni, una figura di San Tommaso Beckett, arcivescovo di Canterbury, le cui reliquie sono conservate proprio a Montedinove.
Proprio in piazza Sacconi, a sud rispetto alla Torre, sono stati rinvenuti in tempi recentissimi i resti di una Domus Romana, una fattoria con stanze signorili contenenti mosaici e stanze dedicate agli opifici e all’agricoltura. Questi ritrovamenti collocherebbero la nascita della città di San Benedetto in tempi precedenti rispetto a quanto ritenuto fino ad allora.
Una visita all’Abbazia di San Benedetto Martire non può mancare. La chiesa, dedicata al soldato romano di fede cristiana che fu decapitato proprio per il rifiuto di abbandonare la sua fede, che per il suo martirio fu poi chiamato “benedetto”. Oltre alle reliquie del santo, di cui è stata accertata l’effettiva epoca di vita con la radio datazione fra il 250 ed il 350 d.C., la chiesa contiene una serie di nicchie dedicate alla Madonna, a cui i Sambenedettesi sono particolarmente devoti e votati,
oltre ad una statua lignea del santo di manifattura altoatesina ed una serie di affreschi che sono stati salvati dal bombardamento dell’abside.
Un’altra tappa da non perdere durante il giro alla scoperta del Paese Alto di San Benedetto è la visita della Pinacoteca del Mare, che fa parte del Museo del Mare insieme ad altre esposizioni quali l’Antiquarium Truentinum, il Museo delle Anfore, il Museo Ittico ed il Museo della Civiltà Marinara.
La Pinacoteca, si trova nel Palazzo Bice Piacentini, la poetessa di vernacolo sambenedettese, e contiene una collezione di dipinti, fotografie e xilografie di artisti locali e internazionali, fra cui Alfred Chatelain, Adolfo de Carolis, Armando Marchegiani e Angelo Landi. Le opere ci raccontano il passato della marineria sambenedettese con tratti che evidenziano l’influenza da parte di movimenti più noti come quello dei macchiaioli e degli impressionisti. Il palazzo contiene anche l’Archivio Storico Comunale e informazioni interessanti inerenti la famiglia Fiorani-Piacentini.Nel sotterraneo si può invece visitare la bellissima Sala della Poesia ed uno dei tanti cunicoli che sono stati ritrovati nei sotterranei del Paese Alto di San Benedetto.